“Bene l’approvazione del Piano Operativo, ma ora la Regione Puglia si metta al lavoro per risolvere le tante questioni che in questi anni hanno penalizzato il sistema sanitario regionale, come dimostrano fenomeni quali la mobilità passiva, le lunghissime liste d’attesa, le strutture spesso inadeguate e l’assenza dei Pta, questi ultimi ancora una chimera nonostante mille rassicurazioni in merito”.
Secondo Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e Giuseppe Vatinno, Segretario generale della UIL FPL regionale, il primo passo è “l’accelerazione dei processi concorsuali e di stabilizzazione dei precari, cercando di portare le due questioni in parallelo”.
“Con l’organico attuale – spiegano i due dirigenti della UIL – nettamente sottodimensionato rispetto alle esigenze sanitarie pugliesi e ad altre realtà similari per abitanti e utenza come, ad esempio, l’Emilia Romagna, e tra l’altro sottoposto, senza alcuna protezione o misura di sicurezza di sorta, a continue aggressioni sul posto di lavoro non si può certo sperare di abbattere le liste d’attesa o la mobilità passiva. Le nozze con i fichi secchi non sono mai riuscite a nessuno, specie in un settore vitale come la Sanità. In attesa del parere favorevole allo sblocco delle assunzioni e delle stabilizzazioni – proseguono Pugliese e Vatinno – che dovrebbe pervenire entro 15 giorni alla Regione Puglia, sarebbe il caso, comunque, di conoscere e di discutere con maggiore precisione sul documento relativo al fabbisogno, quantomeno per comprendere, al fine di fare chiarezza sulla maturazione ed esigibilità per diritto, i numeri e i profili in oggetto e quale aspettativa, reale, il documento stesso può creare. Inoltre, bisognerebbe adottare, in tempi brevi, le delibere della ricognizione degli aventi diritto da parte delle AASSLL e delle Aziende Sanitarie”.
“Garantire un servizio sanitario realmente vicino ai cittadini – concludono Pugliese e Vatinno – significa strutturare anche un’assistenza territoriale all’altezza, che al momento però manca. I nuovi ospedali sono ancora nella fase progettuale, intanto i pronti soccorso chiudono e i PTA restano un’utopia. La riconversione in presidi territoriali assistenziali di alcuni ospedali, così come previsto dal piano sanitario regionale, è rimasta sulla carta. Una situazione che favorisce il continuo ricorso ai ricoveri, che non solo causano disagi ai cittadini, ma comportano una spesa enorme per le casse della Regione Puglia, difficilmente sostenibile nel lungo periodo per una Sanità che fa già acqua da tutte le parti, peraltro gravata da una spesa farmaceutica fuori controllo”.